Gli Arcani Maggiori sono composti da ventidue
carte o Lame e si possono considerare ventidue tappe lungo il
cammino della vita e della conoscenza di se stessi. Gli Arcani
Maggiori possono essere considerati archetipi universali; gli
archetipi (dal greco “arketipon” che vuol dire primo
tipo, prima forma, modello) sono idee primordiali e inconsce,
comuni a tutta l’umanità, che si possono manifestare
alla coscienza solo tramite immagini.
Carl Gustav Jung,, che nella sua Psicologia Analitica ci parla
del Processo di Individuazione, non a caso si occupò
anche dello studio dei Tarocchi; infatti, nella tradizione esoterica
gli Arcani Maggiori sono strettamente connessi con la ricerca
profonda del Sé. Il Processo di Individuazione porta
a far sì che una persona diventi se stessa integrando
le molti parti della psiche per realizzare il proprio Sé;
tale processo, che porta alla presa di coscienza individuale,
prevede l’integrazione degli archetipi alla coscienza.
Mentre gli Arcani Minori danno un quadro degli avvenimenti più
quotidiani, scendendo nei particolari, gli Arcani Maggiori ci
indicano le cause prime degli eventi (rimandandoci al senso
generale degli eventi).
La rappresentazione di ciascun Arcano Maggiore è molto
ricca dal punto di vista simbolico: ogni oggetto, ogni colore,
ogni gesto ha un senso e nulla è lasciato al caso. Mentre
il linguaggio ha i suoi limiti, le immagini hanno un potere
evocativo illimitato: i simboli ci toccano emotivamente ed entrano
in risonanza profonda con il nostro inconscio, in ciò
consiste la magia dei Tarocchi.
Nei Tarocchi di Marsiglia ogni lama maggiore è costituita
da tre elementi distinti: un numero situato nella parte superiore
della carta, un nome posto in basso, una figura che occupa la
maggior parte della carta. Fanno eccezione solo la carta senza
nome (Arcano XIII) e il Matto che non possiede numeri.
I Traocchi Marsigliesi
È questa forse la principale forma definitiva attualmente usata.
Molti tarocchi fantastici si ispirano a quelli marsigliesi. Vale quindi
la pena di darne una descrizione più accurata:
I - Il Bagatto
(le Bateleur). La parola ha origini latine e sta ad indicare "figura da
poco", "bagatella", cosa di nessun conto. Rappresenta un giovane uomo
con un grande cappello e abiti vistosi, posto in piedi davanti a un
tavolo, su cui figurano monete, vasetti, dadi, coltelli, una borsa.
L'uomo regge nella mano sinistra un bastone dorato.
II - La Papessa
(La Papesse). È forse una delle figure che ha dato luogo a maggiori
discussioni, dal momento che nessuna donna ha mai avuto accesso al
soglio di Pietro. In taluni mazzi è stata sostituita da Divinità o altre
carte. La donna ha un triregno in capo, è seduta su un trono ricoperto da un velo e ha in mano un libro aperto.
III - L'Imperatrice
(L'Imperatrice). Una donna in trono, con la corona in testa, ha in mano
uno scettro col globo sormontato dalla croce (da sempre simbolo di
impero). Regge con la mano destra uno scudo con un'aquila araldica, e ha due ali aperte sulla schiena.
IV - L'Imperatore
(L'Empereur). Un uomo barbuto, seduto in trono di profilo, con una
gamba incrociata sull'altra, regge uno scettro con la destra. Sotto al
Trono è appoggiato uno scudo con un'aquila araldica.La carta è
evidentemente collegata col potere terreno.
V - Il Papa (Le Pape). Seduto in posizione frontale, il Pontefice col Triregno regge un pastorale
a croce con tre traverse. Ai suoi piedi, di statura notevolmente
inferiore, sono inginocchiati due chierici. Il Papa ha la barba canuta,
probabile allusione alla sua saggezza.
VI - L'innamorato (L'Amoreux). Sotto un grande cupido
alato, pronto a scoccare la sua freccia, un giovane sta in piedi tra
due figure femminili, una vestita più poveramente dell'altra. I critici
sono concordi nell'identificare questa lama col mito di Ercole, che dovette scegliere tra Vizio e Virtù.
VII - Il Carro
(Le Chariot). Un carro visto in modo rigidamente frontale, è condotto
da un giovane guerriero incoronato, mentre trattiene saldamente due
cavalli, uno blu ed uno rosso, che tendono a scartare in posizioni
opposte.
VIII - La Giustizia (la Justice). È questa una delle quattro Virtù cardinali citate nel mazzo, da cui manca la Prudenza.
Una donna in trono regge con la mano sinistra una bilancia dai piatti
allineati, e con la destra una spada. Questo Trionfo contiene in sé
l'idea di equilibrio e di punizione.
IX - L'Eremita (L'Hermite). Un vecchio barbuto, appoggiandosi ad un bastone, avanza reggendo una lampada. Non si può fare a meno di pensare a Diogene che, reggendo una lampada affermava di cercare l'uomo.
X - La Ruota della Fortuna
(La Roue de Fortune). Questa immagine, largamente conosciuta e
rappresentata nel Medioevo, raffigura una ruota sormontata da una sfinge
alata con corona e spada, con due esseri mezzo uomo e mezzo animale
arrampicati ai suoi lati. Già in epoca medievale la Ruota era usata per
ricordare la vanità delle conquiste e dei beni terreni.
XI - La Forza
(La Force). Una donna con un ampio cappello in testa chiude le fauci di
un leone. È una delle quattro Virtù cardinali raffigurata nel mazzo.
XII - L'Appeso
(Le Pendu). Un uomo è appeso per un piede a un palo retto da nodose
travi di legno. La gamba libera è piegata verso l'interno. La carta
raffigura una pena praticata realmente durante il Medioevo, sia dal vero sia in effigie, a chi si rendeva reo di tradimento. Questo tipo di pittura, detta infamante, era solitamente affidata a mestieranti, ma a volte ad artisti di rilievo, come Sandro Botticelli e Andrea del Sarto.
XIII - La Morte
(a volte lasciata senza scritta) - Uno scheletro con una falce cammina
in un campo cosparso di mani e di teste. La figura è collegata con
l'iconografia medievale del Trionfo della Morte molto diffusa nel Medioevo e nel Rinascimento, in cui uno o più scheletri si trascinano, in fila o in una danza macabra, regnanti, Papi e altri soggetti solitamente di alto livello sociale.
XIV - La Temperanza
(La Temperance). Altra virtù cardinale. Un Angelo con la veste
bipartita in due zone di colore blu e rosso, versa un liquido da
un'anfora all'altra reggendole entrambe con le mani.
XV - Il Diavolo
(Le Diable). Un essere cornuto dal viso sghignazzante, le ali di
pipistrello, i seni femminili, i genitali maschili, le gambe caprine,
sta in cima a un piccolo ceppo a cui sono legati due diavoletti. Gli
zoccoli e il ghigno osceno sono mutuati dalle classiche immagini greche
del dio Pan.
XVI - La Casa di Dio
(La Maison Dieu). Una torre che ha come tetto una corona, viene
scoperchiata da una lingua di fuoco, mentre due figure umane cadono al
suolo e piccole sfere riempiono l'aria. La costruzione evoca la Biblica
torre di Babele, talmente alta che Dio punì gli uomini confondendo il
loro linguaggio.
XVII - La Stella
(L'etoile). Con questa carta si abbandona il mondo umano e si entra in
quello spiritualmente superiore. Otto stelle, di cui la centrale molto
più grande, sormontano una donna nuda che versa per terra acqua da due
anfore. Sul fondo, un minuscolo albero su cui canta un piccolo uccello.
XVIII - La Luna
(La Lune). Seconda lama della serie degli astri la Luna splende rotonda
in cielo ma con il volto raffigurato di profilo, mentre gocce colorate
partono dalla terra verso di essa. In primo piano un Gambero, legato zodiacalmente al segno del Cancro, esce da una pozza d'acqua. Due cani ululano e due torri sullo sfondo sembrano custodire il paesaggio.
XIX - Il Sole (Le Soleil). Un grande sole radiante sparge gocce su due gemelli ritti in piedi vicino a un basso muretto in mattoni.
XX - Il Giudizio
(Le Jujement). Un angelo esce da un nembo colorato suonando la tromba,
mentre tre piccoli corpi sorgono da un avello Anche questa immagine,
frequentissima nel Medioevo,
può farsi risalire ai numerosi miti sulla fine del mondo presenti in
molte religioni antiche. Il più importante riferimento è certamente l'Apocalisse di San Giovanni, ultimo libro del Nuovo Testamento. Questa carta corrisponde all'Angelo di altri mazzi da gioco.
XXI - Il Mondo
(Le Monde). La carta rappresenta una donna seminuda che regge due
bastoncini nelle mani. Essa è circondata da una mandorla di foglie,
mentre ai quattro lati della carta compaiono i simboli Tetramorfi degli Evangelisti: un Angelo (San Matteo) un'Aquila (San Giovanni) un Toro (San Luca) e un Leone (San Marco).
La carta compendia, se pur in forma elementare due figure geometriche,
il cerchio e il quadrato, che erano considerate il simbolo della
perfezione.
Il Matto
(Le Fou). La lama non è numerata e può essere inserita sia all'inizio
sia alla fine del mazzo. Un giullare girovago, col cappello a sonagli,
che regge su una spalla un fagottino con le sue poche cose, si avvia
verso una strada non meglio identificata, rincorso da un cane che gli
sta lacerando una calza. Una figura analoga si trova nel tarocco del
Mantegna, ma è chiamato il Misero.
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